Resoconto della mobilitazione March Against Monsanto 2016

Un messaggio molto chiaro è deciso è scaturito dalle iniziative andate in scena in Italia in occasione dell’edizione 2016 della March Against Monsanto: questo è stato solo un aperitivo, ora bisogna dare continuità ai contenuti portati in piazza lo scorso 21 maggio.
Bisogna alzare l’attenzione nei confronti delle multinazionali dell’agro-chimica, anche alla luce delle operazioni di mercato che si verificano da qualche mese, e che, fatto di secondaria importanza, ma ugualmente significativo, potrebbero modificare il nome della giornata di mobilitazione mondiale se Bayer portasse a termine l’acquisizione di Monsanto.
All’orizzonte quindi si intravede la creazione di poche super potenze che punteranno a spartirsi il controllo delle terre, dei popoli, ma prima ancora il monopolio dei semi, considerando anche l’acquisizione di Syngenta da parte della multinazionale cinese Chem China, e la fusione tra Du Pont e Dow Chemical.
Il lavoro portato in piazza sabato 21 maggio deve essere alimentato, arricchito, diffuso ogni giorno, per queste ragioni è stata creata la #campagnaDDT, un portale dove è possibile pianificare iniziative, inserire e scambiare materiale informativo indipendente, stampare e diffondere quello già presente, come è avvenuto nel corso delle iniziative di cui adesso vi proponiamo il resoconto.

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Una menzione particolare va sicuramente a quello accaduto a Genova e a Viareggio, con la prima città che ha dato vita ad un volantinaggio selvaggio nel corso di tutta la settimana che ha condotto alla giornata di mobilitazione internazionale.
Liberi cittadini e cittadine che girando per le vie del centro hanno distribuito materiale ai passanti e all’interno degli esercizi commerciali.

Un espressione di attivismo indipendente dal basso che fa eco a quanto avvenuto a Viareggio, dove un gruppo di ragazze hanno passato l’intera giornata al mercato di Piazza Cavour, distribuendo materiale ricordando chi ha dato la vita per difendere la Terra.

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Quanto avvenuto in queste due città è la perfetta rappresentazione del concetto che le realtà promotrici della Campagna DDT vorrebbero promuovere: il cambiamento parte da ognuno/a di voi.

Non è necessario organizzare iniziative particolarmente strutturate per fare la differenza, se ogni giorno, ogni persona contribuisse a portare materiale informativo sul posto di lavoro, a scuola, o a lasciarlo ad amici e famigliari i risultati non tarderebbero ad arrivare, lo dimostrano i popoli resistenza dell’Argentina, della Nigeria e molti altri.

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Un altro volantinaggio si è svolto a Montevarchi, all’esterno della sede di Ethic Street.
In questo ambito gli/le Attivisti/e toscani/e hanno denunciato la presenza di 33 diverse sostanze chimiche in Valdarno, tra cui il glifosato, rilevate nelle acque destinate alla potabilizzazione.

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Mentre a Reggio Calabria, quello che sarebbe dovuto essere un tavolo informativo tenuto dal gruppo ReggioVeg, non si è svolto. Nel Pomeriggio si è verificato uno di quei fatti tipici del modo antropocentrico è specista di risolvere un “problema”.
Un toro che girava per le vie della città è stato giustiziato con 7 colpi di pistola, il gruppo locale rende noto che verranno presi provvedimenti in merito, e che il tavolo informativo verrà recuperato nel corso dei prossimi fine settimana.

A Boscotrecase, nel napoletano, presso Eleutheria si è tenuto lo scambio di semi tradizionali nell’ambito della campagna Seed Freedom, è stato allestito un mercatino di prodotti della Terra a chilometro zero, un tavolo informativo per la campagnaDDT, e un’area dedicata alla visione a scelta di documentari, tra cui Alma, Green e filmati sui danni causati da ogm e pesticidi.

A Bologna, infine, è andato in scena un presidio informativo di denuncia dei crimini condotti dalla compagnia dei veleni, nel corso del quale si è parlato di land grabbing, monopolio dei semi, costo umano dei pesticidi, moria delle api e molto altro.

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Ma è stato un momento anche di solidarietà, nei confronti del corteo Atlantide Resiste che è transitato lungo la zona presidiata, e verso Malvinas Resiste, lo storico blocco contro Monsanto che da 4 anni, a Cordoba, lotta per impedire l’apertura dell’ennesimo stabilimento della multinazionale statunitense sul suolo argentino.

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E chiudiamo offrendovi uno spaccato della giornata di lotta tenutasi proprio a Buenos Aires, una resistenza che deve essere d’esempio, e importata anche dalle nostre parti, perché solo in questo modo potremo sperare di fermare le multinazionali dell’agro-chimica.

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Malvinas resiste! Appello dell’Assemblea del Blocco a Monsanto a Malvinas Argentinas

Riceviamo e pubblichiamo l’appello dell’Assemblea del Blocco a Monsanto a Malvinas Argentinas.

Nella pagina del materiale scaricabile si può trovare il volantino Malvinas resiste (formato A5).

 

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Foto di Earth Riot dal presidio del 24/5/14 in occasione della March Against Monsanto

 

“Cari tutti

Vi stiamo scrivendo da Malvinas Argentinas, Provincia di Córdoba, Argentina.

Siamo un’assemblea che riunisce diverse organizzazioni sociali e gruppi di abitanti.

Stiamo tenendo un blocco contro l’azienda Monsanto come metodo di azione diretta da due anni e otto mesi ad oggi, e abbiamo resistito e combattuto l’inserimento dell’azienda nella nostra città negli ultimi quattro anni.

Durante questi anni abbiamo subito pressioni, minacce e attacchi violenti dai mercenari e repressione dalla polizia.

Abbiamo anche imparato molto, e abbiamo ricevuto molta solidarietà. La nostra azione diretta di bloccare il sito di costruzione dello stabilimento di Monsanto è stata accompagnata da azioni legali. Grazie allo sforzo e all’organizzazione, abbiamo fermato la costruzione dell’edificio dello stabilimento attraverso una decisione della corte (gennaio 2014) e il successivo rifiuto dello studio di impatto ambientale dal governo provinciale (febbraio 2014).

Visto che Monsanto continua a dire che presenterà un nuovo studio di impatto ambientale per riprendere la costruzione dello stabilimento, non siamo tranquilli. Siamo accampati all’entrata dello stabilimento da più di due anni, facendo la guardia 24 ore su 24, e bloccandone completamente l’accesso. Ecco perché vi stiamo chiedendo di inviarci fotografie o video con il seguente messaggio di supporto e di aiutarci a concludere questa lotta con una vittoria definitiva:

– Silvana González, Sindaco di Malvinas Argentinas, Córdoba, Argentina: firma adesso l’eliminazione certa di Monsanto dalla nostra zona.

Fabián López, Ministro dell’Acqua, dell’Ambiente e dei Servizi Pubblici della Provincia di Córdoba: rilascia immediatamente dichiarazioni ufficiali, in riferimento alle affermazioni di Monsanto, relative alla Legge N° 10.208, che regola il tuo Ministero e che dichiara che “ogni progetto che è stato respinto o rifiutato dall’Autorità delle Richieste non può essere presentato per una nuova valutazione”.

Siete liberi di aggiungere qualsiasi altra cosa nel vostro messaggio, rendetelo più corto o più lungo come preferite. Queste informazioni sono solo per farvi sapere della nostra situazione.

Raccoglieremo tutte le foto e i video di supporto e li presenteremo il 21 maggio.

Abbiamo anche bisogno di risorse economiche per sostenere la lotta e per la costruzione di un nuovo rifugio. Vi mandiamo allegate a questa mail le informazioni del nostro conto corrente per coloro che possono aiutarci.

Grazie mille!

Per la nostra Salute, per la Vita, per l’Agroecologia!

Vattene Monsanto!

Saluti

Asamblea del Bloqueo a Monsanto en Malvinas Argentinas (Assemblea del Blocco a Monsanto a Malvinas Argentinas)”

 

Riportiamo i dati del conto bancario per il sostegno economico dell’Assemblea del Blocco a Monsanto:

Banco Macro, Sucursal 399 Alta Gracia, Córdoba, Argentina.

Banco Macro, Branch Office 399 Alta Gracia, Córdoba, Argentina

 

Caja de ahorros Nro 439909486765757

Savings bank No. 439909486765757

 

CBU 2850399640094867657578

BIC Bank Identifier Code

 

Titular: Aguirre, Ivana Belén

Owner

 

CUIT 27274135323

Tax Identification Number

 

DNI 27413532

national ID number

FueraMonsanto: Campagna D.D.T. (Detossificazione Della Terra)

L’obiettivo primo cui le multinazionali agrochimiche stanno avidamente lavorando -con risultati sempre più evidenti- è quello di raggiungere il controllo della produzione agricola, su scala mondiale, attraverso il monopolio dei semi. Appropriandosi dei mezzi di produzione alimentare è facile stabilire il controllo sociale quindi le sorti delle popolazioni umane, animali e vegetali che abitano il pianeta. Dalla sovranità alla schiavitù alimentare. Tra tante (Bayer, Syngenta, Cargill, Du Pont, Basf etc) Monsanto è la più spietata, feroce e pericolosa: ex azienda farmaceutica ha reindirizzato i propri veleni chimici dalla sfera umana a quella contadina e da anni si rende protagonista e responsabile di gravissime devastazioni, innescate nei confronti di interi territori ed ecosistemi, agricoltura genuina, salute.

Le sue pratiche più note sono:

– Progettazione e diffusione di specie vegetali e animali geneticamente modificate funzionali alla vendita di pesticidi prodotti dalla stessa multinazionale;

– Produzione di armi di distruzione di massa: DDT, Agente Arancio, Roundup (glifosato);

– Inquinamento delle risorse idriche della Terra, della Terra stessa, dell’aria con il conseguente avvelenamento delle specie vegetali e animali che entrano in contatto con i pesticidi.

– Brevetto di semi geneticamente modificati e tradizionali;

– Corruzione ed infiltrazione negli ambienti politici e negli organi statali di controllo allo scopo di certificare bevande e alimenti immessi sul mercato;

– Ricatti, minacce e omicidi commissionati nei confronti di chi, caduto nella trappola di sementi, pesticidi e monocolture geneticamente modificate, tenta di ribellarsi alla multinazionale, al seguito degli alti costi dei prodotti da essa commercializzati che hanno impoverito la fertilità dei terreni colpiti. Come i suoi attacchi, anche le azioni di contrasto e opposizione sono diffuse su scala mondiale e dal 2013 ogni anno confluiscono nella Marcia Mondiale Contro Monsanto (MAM: March Against Monsanto) che si schiera incondizionatamente contro pesticidi e agrochimica, Organismi Geneticamente Modificati (OGM) e manipolazioni delle linee germinali, Grande Distribuzione Organizzata (GDO) e tutti i crimini delle lobby delle nocività. Le popolazioni che resistono attivamente a multinazionali come Monsanto & Co. stanno pagando con la vita la loro opposizione, come dimostrano i casi di Argentina, India, Messico, Nigeria. Altri paesi sono riusciti a chiudere la porta alle lobby dell’agro-distruzione, come accaduto in Sri Lanka, mentre molte altre nazioni, tra cui quelle europee e il Parlamento Europeo stesso, offrono terreno fertile all’operato delle sei grandi aziende del settore.

Tra queste ultime anche l’Italia che, forte di una grossa disinformazione, scarsità di proteste e proposte da parte degli enti preposti, sta di fatto spingendo l’agricoltura italiana verso il coma farmacologico.

Un ruolo importante in questo paese è giocato dall’efsa (autorità europea per la sicurezza alimentare) che si è resa complice e partecipe di molti casi di collusione.

Ultimi, in ordine cronologico, sono stati:

– Il caso “Xylella Fastidiosa”, con focolaio a Gallipoli (Lecce) e che ha coinvolto a tappeto gli oliveti fino al brindisino.

Il batterio, presente sul territorio da circa 20 anni, è stato infatti reso letale dalla sperimentazione illecita di pesticidi Monsanto e BASF che hanno abbassato le capacità di difesa immunitaria delle piante. Efsa ha redatto il proprio parere scientifico su dati parziali e incompleti;

– Oscuramento dei dati reali sugli effetti cancerogeni già evidenziati da OMS e Iarc dovuti all’utilizzo del glifosato, molecola non selettiva contenuta nel diserbante di punta venduto e brevettato da Monsanto: il Roundup.

Il fine è quello di rinnovarne l’autorizzazione di vendita e utilizzo per altri 7 anni, recentemente concessa dall’Unione Europea.

L’efsa si presenta al pubblico con la pretesa di essere un’istituzione scientifica indipendente e “al di sopra delle parti” nelle sue valutazioni. Diversi membri del suo consiglio amministrativo, cosi come una buona parte degli scienziati che compongono le commissioni scientifiche, hanno collegamenti o interessi all’interno di aziende o associazioni lobbistiche dell’industria agroalimentare.

Uno studio del 2013 ha messo in luce come 123 su 209 scienziati delle commissioni scientifiche (ovvero il 59%) avessero almeno una connessione con l’industria e, precisamente, con il settore industriale su cui l’efsa è chiamata ad esprimersi ed emettere pareri per la regolamentazione. Un esempio su tutti, nella commissione “Prodotti dietetici, alimentazione e allergie”, 17 dei 20 scienziati che la compongono hanno in totale 108 connessioni d’interesse con l’industria, gruppi lobbistici o organizzazioni finanziate dal mondo economico.

Riteniamo dunque importante attivare azioni di protesta, informazione pulita e resistenza permanente, partendo con l’aderire alla chiamata del 21 maggio 2016, giornata mondiale dedicata alla March Against Monsanto.

Lanciamo inoltre un appello a tutte le realtà già colpite, a quelle a rischio, o semplicemente consapevoli affinché possano essere organizzate diverse iniziative volte a far luce sui crimini condotti dalla compagnia dei veleni di cui fanno parte Monsanto, Bayer, Syngenta, Cargill, Basf e Du Pont.

 

Monsanto Fuori dalla Terra!

Per la detossificazione della Terra, per la liberazione animale e umana e in solidarietà con i popoli resistenti!

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